INTERVISTA A YURI BUZZI
Attore,
autore, regista, coach di comunicazione e co-fondatore di FOUR55.
Yuri, chi è davvero l’uomo dietro il mestiere?
Chi
sei?”. È
una domanda che mi faccio spesso. Perché
ogni volta che mi definisco – attore, autore, coach, creativo – sento che, in
realtà , sto raccontando solo una parte del tutto. Ho
capito che iniziamo a scoprire davvero chi siamo quando smettiamo di ripeterci
storie preconfezionate, quelle frasi pigre tipo: “sono questo, faccio quello,
sono bravo in questo, scarso in quello”. La
verità è che siamo molto di più. Siamo
esseri in trasformazione, e solo quando abbiamo il coraggio di rompere con ciò
che crediamo di sapere su di noi… iniziamo davvero a vivere. Essere
se stessi, per me, significa vibrare a una frequenza che ispira gli altri a
fare lo stesso. La
vita capolavoro comincia quando lasci andare la finzione, e inizi a raccontare
chi sei davvero, quindi in questo momento sono queste parole.
Quando è nata la tua passione per la recitazione?
Tutto
è cominciato in un piccolo paese della Puglia, Grumo Appula. Mi
ero appena trasferito lì, e incontrai una compagnia teatrale amatoriale, “Amici
dell’Arte”. Mi
affidarono il ruolo di Liolà di Pirandello. Avevo paura, sì, ma una paura
buona. Quella
che ti fa sentire vivo. Quando
salii su quel palco e sentii le tavole scricchiolare sotto i piedi, capii che
qualcosa dentro di me si era acceso. Era
come se stessi tornando a casa.Da
quel giorno, la scena non è mai più uscita dal mio cuore.
Come sei passato dalla recitazione alla scrittura e
alla regia?
È
stato un atto d’amore. E un atto di guarigione. Scrivere
“La mia vita su di un cactus”libro di poesie ed un monologo teatrale edizioni
Laterza è stato un modo per accogliere
il dolore, e trasformarlo. Dentro
ci sono appunto poesie, un monologo teatrale e un grido silenzioso sul tema del
suicidio. Ma
più di tutto, c’è il desiderio di raccontare la vita. Con
tutte le sue spigolosità . Perché
a volte solo passando attraverso il dolore, si riscopre l’amore. E
quando questo accade, l’arte diventa un ponte tra il cuore e il mondo.
Non solo attore, ma anche regista e creativo. Da
dove nasce questa evoluzione?
Non
ho mai davvero “cambiato mestiere”, ho semplicemente ampliato il mio modo di
raccontare. Con
la mia agenzia creativa londinese www.four55.co.uk , creo
pubblicità , videoclip, progetti con tecnologie emergenti come ologrammi, LED
shows, AI… Lavoriamo
per portare messaggi autentici nel mondo digitale. In
parallelo, grazie al mio diploma in Comunicazione e Coaching alla Saint James
University di Londra, aiuto CEO e leader a ritrovare la loro voce. Li
accompagno a trasformare paure e insicurezze – come la sindrome dell’impostore
– in punti di forza. Perché
per guidare gli altri… bisogna prima imparare a comunicare con se stessi.
Cosa ricordi dei tuoi primi ruoli in teatro e
televisione?
Ricordo
la leggerezza. Quella
forza che si ha quando ci si butta senza troppe domande. Oggi
cerco di non perderla mai. La
chiamo “magia”: la capacità di meravigliarsi ancora, nonostante tutto. È
quella scintilla che ti fa restare curioso. Vivo. Presente.
Da chi ti lasci ispirare?
Potrei
dirti i nomi di grandi attori e registi, certo… ma la verità è che le
ispirazioni più forti arrivano dai miei clienti. Dalle
loro trasformazioni. E
dai miei colleghi di palco, che in un momento inaspettato riescono a regalarti
un’idea, un gesto, una verità . La
bellezza dell’arte è tutta lì: nell’autenticità condivisa.
C’è un personaggio che hai interpretato e che ti ha
toccato profondamente?
Ogni
personaggio lascia un seme. Ma
quelli che mi sfidano ad aprire ferite nascoste, a scavare nelle zone d’ombra…
sono quelli che mi trasformano come Efisio “ La mia vita su di un cactus “ Portano
fuori ciò che dentro di me stava chiedendo di essere ascoltato.
Il tuo ultimo lavoro come attore?
Sono
sul set internazionale di “A Taste for Murder”, una serie crime per BBC America
diretta da Jon Jones. Interpreto
Fabio Pigozzi, un uomo dal passato oscuro, che scuote le acque nella prima
stagione. È
un progetto avvincente, ricco di tensione, che mi ha dato la possibilità di lavorare
con artisti incredibili, molti dei quali oggi considero amici. Un’esperienza
che mi ha arricchito sia umanamente che artisticamente. Tra
i miei ultimi lavori c’e’ oltre alla
serie Tv per BBC, la
mia partecipazione nel ruolo di Luca agente immobiliare che trova la casa a Roma
a Lily Collins aka Emily, nella serie tv Emily in Paris Stagione 4.
Cosa cambieresti nel mondo dello spettacolo in cui
ti sei formato?
Aggiungerei
una cosa fondamentale: insegnare ad ascoltarsi. Spesso
ci formano tecnicamente, ma dimenticano che la vera presenza scenica nasce
dalla connessione con sé stessi. Io
oggi, sia come attore che come coach, aiuto le persone a partire da lì. Perché
è da quell’intimità con la propria voce interiore che nasce una comunicazione
autentica. www.yuribuzzi.com
Che possibilità offre oggi l’arte ai giovani
talenti, in un mondo dominato dai social e in continuo cambiamento?
Il
mondo può offrirti tutto. O
nulla. Ma
ciò che conta è quello che tu scegli di fare. Possiamo
restare intrappolati in storie limitanti, oppure… possiamo diventare i leader
del nostro cambiamento. Non
serve avere tutto chiaro. Serve
iniziare. Ogni
azione, anche piccola, può diventare una prova che ti aiuta a credere un po’ di
più in te stesso. Il
cambiamento non nasce nei pensieri… ma nei passi che facciamo.
A chi sei più grato per la tua passione artistica?
A
me stesso. Per
non aver mollato. Alla
mia famiglia, alla mia compagna, a mia sorella, ai miei amici. Perché
nei momenti più bui, loro erano lì. Non
per dirmi cosa fare… ma per ricordarmi che si può cadere, e rialzarsi un passo
alla volta.
Com’è vivere a Londra?
Londra
è vibrante, intensa, piena di stimoli. Ma
l’energia vera… quella ce l’abbiamo noi, in Italia. Io
sono fiero di venire dal Sud. Quando
torno a Grumo Appula, e mi siedo al bar con gli amici di sempre, con un caffè
in mano e i sorrisi autentici intorno… Beh,
lì il cuore si riposa.La
lentezza, la semplicità , i legami veri… fanno bene all’anima.
Il tuo legame con la città che ti ha cresciuto?
Grumo
Appula è la mia casa del cuore. Sebbene
sia nato a Vigevano, è in Puglia che ho imparato a vivere. Amo
tornarci il più spesso possibile. Londra
è lavoro, è corsa, è futuro. Ma
Grumo è calore, radici, verità .
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Come
attore sto lavorando su nuovi progetti internazionali. ( SECRET ) Come
coach, seguo leader straordinari di aziende come Microsoft e Delouise London,
aiutandoli a ritrovare la propria voce autentica. Con
FOUR55 stiamo preparando un progetto importante per NFL che unisce
storytelling, tecnologia e identità . Il
viaggio continua… e ogni giorno mi ricorda che il vero successo è rimanere
fedeli alla propria verità .
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