Il rapper ieri ha sorpreso il pubblico della prima a New York presentandosi di persona: «Questo film è un ringraziamento a tutti voi, per essere rimasti al mio fianco per tutto questo fottuto tempo. A tutte le mie stronzate, alla mia fottuta merda»
Eminem, l'inferno delle dipendenze e la rinascita (grazie al compleanno della figlia): "Ho dovuto reimparare tutto di nuovo". Il rapper racconta senza filtri cadute, eccessi e rinascita
Eminem, l'inferno delle dipendenze e la rinascita (grazie al compleanno della figlia): "Ho dovuto reimparare tutto di nuovo".
“QUANDO MI SONO DISINTOSSICATO HO DOVUTO REIMPARARE A CAMMINARE, PARLARE E RAPPARE DI NUOVO” – IL LATO BUIO DI EMINEM: IL RAPPER 52ENNE RACCONTA LA SUA "RINASCITA", DOPO UN PERIODO MALEDETTO DURATO QUASI VENT'ANNI, NEL DOCUMENTARIO “STANS” – L’ARTISTA, ALL’ANAGRAFE MARSHALL MATHERS, HA INIZIATO AD ASSUMERE QUANTITÀ INDUSTRIALI DI VICODIN, VALIUM O XANAX PER ALLEVIARE DOLORI E ANSIA, MA POI È DIVENTATO DIPENDENTE DAI FARMACI”
Crudo e diretto come sono sempre state le sue rime, Eminem si è messo a nudo in un documentario in cui racconta senza fronzoli la sua vita. Una vita fatta di eccessi, a lungo persa nell'inferno delle dipendenze ma che poi, a un certo punto, ha trovato la forza per cambiare totalmente direzione. Una svolta legata alla consapevolezza di star perdendo gli affetti più cari, una vita tutta storta che da quella consapevolezza ha trovato la forza di ripartire e, piano piano, con grande fatica, raddrizzarsi.
QUANDO VENNE A SANREMO, DIFESO DALLA CARRA'
Che Eminem potesse essere un pesce fuor d’acqua come invitato al Festival di Sanremo era davvero scontato. Tuttavia, in quel febbraio del 2001, il paternalismo della RAI e una società ancora abituata alle canzonette d’amore dell’Ariston hanno davvero fatto di tutto per rendere l’ospitata del rapper di Detroit una dei più grandi esempi del perbenismo italiano. L’organizzazione chiese ad Eminem di rivedere alcune parti dei suoi testi, quelle considerate offensive, sebbene fosse abbastanza evidente a tutti che quasi nessuno in platea (o a casa) avrebbe compreso di cosa il rapper stesse cantando. I brani approvati furono I’m Back, Purple Hills e The Real Slim Shady. Il problema stava principalmente nel secondo, che era un inedito ancora work in progress nei giorni del Festival: la RAI temeva che il rapper avrebbe aggiunto dei versi non approvati, magari con contenuti “scandalosi”, come suo solito. Tra le altre proteste, sempre per il contenuto dei testi e lo stile “poco convenzionale” di Eminem, vi furono quelle dell’Arcigay – che lo accusava di omofobia – e di varie associazioni di genitori per la protezione dei figli.
Ma tra i conduttori del Festival c’era una donna che per tutta la vita aveva lottato contro il bigottismo, mostrando il proprio corpo e cantando di sesso: Raffaella Carrà. Sebbene sembri che Mike Bongiorno le avesse consigliato di “strappare il microfono” al rapper alla prima parola fuori posto, la regina della televisione si mostrò decisamente più aperta e meno censoria. Nella mattinata delle prove generali lei era in platea ad ascoltarlo. Una volta terminato, la Carrà si avvicinò e gli disse “Sono una tua fan, sono contenta che tu sia qui: ti ho difeso fino alla fine“. Eminem rispose ridendo: “Grazie, non ti ucciderò”. In serata l’esibizione fu ricca di problemi tecnici che finirono per “soffocare” la voce del rapper, e c’è chi vocifera che si trattasse di manomissioni volontarie per non far trapelare i messaggi delle canzoni. La platea sanremese si mostrò divisa tra molti applausi e qualche fischio: molti sostengono che sia stato ciò a spingere Marshall Mathers a non esibirsi più in Italia fino al 2018. Ma mentre il rapper abbandonava il palco, la Carrà gli andò incontro tendendogli la mano: “Eminem! Great performance, veramente“. Il dio del rap fece per rispondere, ma il microfono era, guarda caso, spento. Due mondi diversi, ma Raffaella Carrà aveva capito l’imbarazzo di Eminem, perché quella società perbenista l’aveva affrontata anche lei.
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