«Marcello come here»….e Marcello entrava così nell’immaginario collettivo mondiale. E nell’Olimpo delle star, tanto da meritarsi nel 1962 il titolo di “divo straniero più famoso ad Hollywood” secondo Time. Attore italiano più premiato di tutti i tempi, ha vinto 2 Palme d’Oro a Cannes, 2 Golden Globe e 8 David di Donatello. Al Festival di Venezia, ha ottenuto 2 Coppe Volpi e, nel 1990, è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera. Mastroianni è stato anche candidato tre volte agli Oscar come miglior attore protagonista per Divorzio all’italiana nel 1963, per Una giornata particolare nel 1978 e per Oci Ciornie nel 1988.
Icona di stile ed eleganza non strombazzata, sommessa, quasi pudica, con un velo di malinconia sul fondo, che si mescolava all’ironia ed autoironia, divo suo malgrado emanava un fascino irripetibile che ha superato la prova del tempo e che ancora lo proiettano come simbolo della bellezza maschile. Anche se mal sopportava l’etichetta di maschio italiano, di latin lover che, grazie ad alcune sue interpretazioni, gli si incollò. Un’etichetta che combattè per tutta la vita, imbruttendosi, interpretando la parte di un impotente, poi un cornuto, di un omosessuale, di un uomo incinto.
Mastroianni ha dimostrato di essere un interprete versatile. Nel corso della sua lunghissima carriera, ha sempre dimostrato di saper passare con grande disinvoltura tra vari generi e interpretare i personaggi più disparati dimostrando sempre grande duttilità . Una delle sue grandi doti era saper entrare nei panni del personaggio attraverso la sua psicologia, senza forzature, con una sorta di pudore e di rispetto. Federico Fellini, che lo scelse come suo alter ego su pellicola, apprezzava in Mastroianni proprio la sua confidenza, la sua capacità di affidarsi totalmente a chi lo dirige, che ha permesso le operazioni più rischiose e complesse.
MARCELLO E FEDERICO
Ma fra tutti i registi, è stato l’Amico Federico Fellini, colui che lo ha reso immortale, affidandogli il personaggio del giornalista disincantato della “Dolce Vita” e quello del regista tormentato in “8 e mezzo”, il suo alter ego. Un rapporto simbiotico e unico “ Dico ma Fellini è il regista più facile del mondo! Bastava osservarlo, bisognava capire un po’ la sua natura. Per me recitare nei suoi film era come inzuppare il pane nel caffellatte, io credo che fra noi due corresse un affetto veramente profondo” dice di lui Marcello mentre Fellini, in una intervista del 1996, quasi gli risponde “Marcello è l’attore con cui lavoro preferibilmente proprio perché la fiducia con cui si abbandona a me è tale che mi permette una grandissima disinvoltura”. Un patto di amicizia che influenzerà uno il ruolo dell’altro: “ io mi riconosco così profondamente in Marcello, in questa specie di operazione magica, che certe volte, guardandomi allo specchio, ho la sensazione di vedere la sua faccia”. Una suggestione così forte deve aver ispirato anche la figlia, Chiara, nel bel film “Marcello mio”
MARCELLO, CON LE DONNE ERA UNA FRANA, LE DESIDERAVA TUTTE. GLI AMORI DI MARCELLO MASTROIANNI, DALLA MOGLIE FLORA CARABELLA (DA CUI NON HA MAI DIVORZIATO) A FAYE DUNAWAY, DA CATHERINE DENEUVE A ANNA MARIA TATO’ - “IO VORREI FARLE FELICI TUTTE, MA QUANDO VUOI TROPPE DONNE ALLA FINE NON NE HAI NESSUNA”.
L’AMORE BREVE DURATO TUTTA LA VITA PER CATHERINE DENEUVE, “L’USSARO CHE PROGRAMMAVA TUTTO” - NEL 1972 NACQUE CHIARA, FORTEMENTE VOLUTA DA MARCELLO.
Ospite di David Letterman, aveva detto sulle donne della sua vita “io vorrei farle felici tutte, è quella la mia pretesa. Ci sentiamo furbi, ma quando ne vuoi troppe alla fine non ne hai nessuna”
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